Chi si ferma è perduto…chi si forma no!

Chi si ferma è perduto…chi si forma no!

Con questo slogan l’Ufficio Catechistico desidera sottolineare la necessità di mettere al centro di ogni azione evangelizzatrice un rinnovato impegno e passione per la formazione e intende sottolineare alcune consapevolezze maturate

 

FORMARSI ESIGE

Un cambio di mentalità prima che di metodo

Un primo aspetto fondamentale riguarda il cambio di prospettiva che dobbiamo operare: si tratta infatti di divenire consapevoli che il cambiamento è in atto e deve compiersi, che possiamo affrontarlo con creatività e senza eccessivi timori perché i frutti cominciano ad intravedersi.

 

Ascoltare ed interrogare

La formazione continua permette di intraprendere un cammino paziente, anche lento ma deciso, sapendo che forti saranno le tentazioni di tornare indietro, quando improvvisamente il passato apparirà più bello, radioso e semplice dell’oggi, e le fatiche di un tempo sembreranno lontane.

Ma fermarsi è deleterio, e volgersi indietro ancora di più; si rischia di illudersi di avere capito tutto e che sia sufficiente un piccolo maquillageper rimettere a posto le cose che non vanno.

 

Curare la propria fede

E’ risaputo che un catechista si formi continuamente come cristiano nutrendo oltre alle competenze educative soprattutto una personale vita spirituale che lo faccia crescere nella sua relazione con Dio. Ma una vera formazione cristiana è quella che favorisce una continua trasformazione di sé; formarsi come credenti non significa semplicemente aumentare le proprie conoscenze su Dio, aumentare le esperienze spirituali, le occasioni di approfondimento, quanto piuttosto lasciarsi trasformare dal Signore.

L’evangelizzatore è colui che trasmette quello che è divenuto per grazia, che annuncia la trasformazione avvenuta in lui grazie all’incontro con il Risorto.

 

 Ripensare i linguaggi prima che  le modalità

Anche oggi il Vangelo chiede parole nuove per dirsi e non dobbiamo temere di impegnarci in questo sforzo così determinante.

E’ il principio stesso della incarnazione che ce lo chiede. Significa infatti confidare nella debolezza della parola umana trasformata dalla Parola di Dio; credere che le parole antiche debbano lasciare il passo a parole nuove, non perché migliori o più precise, ma perché capaci, anche queste come quelle, di raccontare “per mezzo di uomini e alla maniera umana” il volto di Dio.

 

 

Affidarsi allo Spirito

La formazione di ognuno passa attraverso una grande fiducia nello Spirito Santo, il nostro vero ‘catechista interiore’ che sospinge e precede non  lasciandoci soli.