Schema per la preghiera
Salmo a cori alterni
Rallegrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
“Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia”.
Commento all’opera di Tanner
In un ambiente spoglio, quasi senza suppellettili se non soltanto due anfore, una giovane ragazza siede su un letto disfatto. Gli abiti della giovane sono di un tessuto che richiama immediatamente la sua terra, le sue origini; sono semplici, non hanno una forma, quasi fossero ‘appoggiati’ su di lei con un drappeggio che la avvolge tutta facendola quasi scomparire. Si intravvede soltanto lo scorcio di un piccolo piede scalzo poggiare sul tappeto sfilacciato e non perfettamente steso.
L’Annunciazione di Henry Tanner rappresenta una versione certamente inusuale di uno dei temi più antichi dell’arte europea.
Tanner, pittore afroamericano della seconda metà del 1800, ha voluto rappresentare il brano di Lc 1,26-38.
Di ritorno da un suo primo viaggio in Terra Santa, fu molto toccato da ciò che vide e fedele alla corrente realista americana del tempo cercò di trasferire nella sua pittura l’ambiente culturale israelita.
Al centro della scena i protagonisti Maria e l’angelo che si manifesta come colonna di fuoco, vivono il loro incontro.
I tre archi superiori, le linee orizzontali del drappo rosso e le due anfore, a destra e a sinistra del dipinto, sembrano incorniciare opportunamente queste due figure.
Maria ha un aspetto minuto, il volto piccolo incorniciato da una folta capigliatura nera e un po’ scomposta.
Il capo è leggermente inclinato come quando si desidera ascoltare con attenzione, i suoi occhi non sono bassi e il suo sguardo è tutto rivolto a quella luce potente che le sta di fronte e che illumina l’ambiente;le sue mani, una dentro l’altra, sono appoggiate sulle sue gambe sottili.
Al contrario di altre raffigurazioni di questo tema qui non c’è nulla di solenne, nulla di regale: tutto al contrario è assolutamente ordinario. Soltanto l’irrompere nella stanza di una luce abbagliante, attira la sua attenzione ma anche la nostra: è il fuoco che scalda ed illumina, che non si può comandare né trattenere, che è portatore di una Parola Altra che la raggiunge.
E’ il novumche irrompe nella vita ordinaria di una ragazzina, illuminando l’intera esistenza.
Maria non appare spaventata: soltanto le sue mani “giunte”come in una preghiera tradiscono la profondità dei suoi pensieri: un annuncio inedito si sta facendo spazio dentro di lei, uno spazio che diventerà anche fisico chiamato ad accogliere e generare la vita, che sente allo stesso tempo forte e fragile come le anfore di argilla, tanto da dover essere difeso e custodito sin da subito. E’ l’esperienza di ogni donna chiamata a portare in sé un tesoro prezioso: “Noi però abbiamo questo tesoroin vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi”(Corinzi4,7)
Come sono vere quelle mani di Maria che custodiscono “il segreto” per eccellenza: ogni donna infatti, che sa di aspettare un bambino sente dentro di sé come una lotta: il desiderio di voler comunicare al mondo intero la grande gioia che sta vivendo e insieme il bisogno di difendere ciò che percepisce essere un grande dono ricevuto, che la sovrasta, un tesoro così prezioso e proprio per questo così fragile.
Generare è dare la vita, è mettere al mondo, è lasciare che diventi se stesso e forse di qualcun altro, è averne cura perché abbia una vita buona e abbondante, e allo stesso tempo è prepararsi a perderlo.
Questa esperienza è certamente unica e irripetibile pur tuttavia esemplare per ogni realtà che si desidera generare: un’amicizia, un progetto, una passione, ma innanzitutto e sopratutto è l’esperienza di maternità e di paternità che gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo, per grazia, continuano a vivere.
Con il sì di Maria comincia una nuova generazione: il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe (Mt 1, 11-17) si lascerà per sempre contaminare dalle vite degli uomini, prenderà su di sé la totalità dell’esperienza umana , ma questo stravolgimento del volto di Dio non sarà indolore né per lei né per suo figlio. In quella colonna di fuoco che riecheggia quella dell’Esodo e che intersecando lo scaffale si rivela nella forma di una croce, si anticipa la vicenda della passione alla quale anche Maria sarà chiamata ad assistere, perché “anche a te una spada trafiggerà l’anima”(Lc 2, 25-35).
Silenzio – eco libera
Fa che ti ascoltiamo Signore
Preghiera finale
Solista
Vergine, o natura sacra, piena di bellezza, tu sei l’isola della speranza.
Vergine, radice e pianta sempre verde, colomba dello Spirito nuovo.
Arca della vera alleanza, tra uomo e natura, ritorna,
caravella che porti il Signore sotto la vela bianca
Vergine, cattedrale del silenzio, anello d’oro del tempo e dell’eterno,
tu porti la nostra carne in paradiso e Dio nella carne.
Vieni e vai negli spazi a noi invalicabili.
Assemblea
Neppur tu forse puoi dirci, o madre, dirci chi mai sia questo tuo figlio?
Ma perché Dio si muove a quel modo? O si rivela sol quando è nascosto?
Nemmeno tu puoi svelare, Maria, cosa portavi nel puro tuo grembo:
or la Scrittura comincia a compirsi e a prender forma la storia del mondo.
E tu andrai dal profeta nel tempio e sentirai parole inaudite:
ma già la croce appare sul mondo e a te una spada or sanguina in cuore.
David Maria Turoldo